Perchè Venezia si trova immersa nell’acqua

Perchè Venezia si trova immersa nell’acqua

07/04/2020
Autore: Monica Lombardi

La storia di Venezia ci insegna che questa città fu costruita su oltre un centinaio di piccole isolette lagunari, e che furono piantati nel limaccioso terreno lagunare un’infinità di tralicci di legno lunghi 25 metri per consolidarne appunto le fondamenta. Il legno, una volta attaccato dai fanghi salini della laguna, si indurì a tal punto da solidificarsi e formare fondamenta più sicure per la costruzione della città.

Fin dai tempi della sua fondazione, Venezia segue sprofondando sempre più nel terreno fangoso lagunare; furono creati altri strati aggiuntivi di ‘pavimento’, ma pare che la situazione sia addirittura peggiorata negli ultimi 30 anni. Ai tempi delle grandi industrie di Mestre e Marghera, l’acqua di falde freatiche presente nella laguna fu poco a poco assorbita dai loro fabbisogni, provocando un rapido ‘abbassamento’ della città e lasciando che i depositi residuali di azoto e cloro corrodessero e disintegrassero totalmente tutta la tralicciatura di sostegni in legno che si era fatta.

Il riscaldamento globale ed il fenomeno dell’acqua alta

Sono due i fattori principali che provocano il fenomeno dell’acqua alta a Venezia, uno di matrice astronomica e l’altro invece di natura meteorologica. Come sappiamo infatti, il fenomeno delle maree è influenzato direttamente dall’attrazione lunare e dal sole, che con la loro azione modificano il moto ondoso del mare e ne provocano innalzamento o abbassamento di livello.

Bassa pressione e forti venti di scirocco, in concomitanza con i fenomeni astronomici citati, causano importanti innalzamenti del livello del mare., ed essendo la laguna veneta quasi al suo stesso livello, ecco che assistiamo al ‘fenomeno dell’acqua alta a Venezia’. Anche la particolare struttura del bacino stretto e lungo che caratterizza tutto il Mare Adriatico recita la sua parte; i suoi fondali di livello bassissimo in questa zona, ed i forti venti di bora provenienti da Nord Est, causano infatti un vistoso accumulo d’acqua proprio nella zona veneta, ovvero l’unica gola chiusa e senza sbocchi.

L’aumento progressivo della temperatura dell’acqua marina, unito allo scioglimento dei ghiacciai causati dal tanto dibattuto fenomeno di ‘riscaldamento globale del pianeta’, completano il preoccupante quadretto, che, purtroppo, oggi come oggi non riguarda soltanto la città di Venezia.

Sta affondando Venezia?

Nella notte tra il 12 ed il 13 Novembre del 2019, Venezia ha raggiunto il più alto picco di acqua alta che si sia registrato negli ultimi decenni; una incredibile combinazione tra alta marea, fortissimi venti, e bassa pressione, ha infatti provocato un innalzamento del livello dell’acqua in città ben oltre le soglie di attenzione alle quali gli stessi cittadini erano in un certo modo già abituati.

C’è da dire però che, se da un lato è vero che tutta la zona lagunare (la città di Venezia in primis) è situata in una zona di abbassamento tettonico, si trova nell’unica gola chiusa del mar Adriatico, ed è soggetta a forti venti ed importanti mareggiate, dall’altro non si può non riconoscere che l’azione dell’uomo ha giocato un ruolo sicuramente primario in tutto ciò; se non si fossero infatti alterati i giusti equilibri di una situazione preesistente già precaria, se non si fossero prosciugate tutte le falde acquifere sottostanti la città, se non si fossero prodotti residui dannosi all’epoca dello sviluppo industriale dove i porti di Marghera e Mestre erano i principali e più trafficati centri logistici di varie attività industriali e commerciali, forse oggi la situazione sarebbe un pochettino meno grave.

Progetti per tutelare Venezia

Bisogna riconoscere che se da un lato l’Italia è un paese davvero meraviglioso e ricco di risorse naturali ed artigianali, dall’altro, oggi come oggi, questa sua enorme potenzialità è stata totalmente offuscata da cattive gestioni di governo, da una burocrazia spropositatamente asfissiante e spesso contraddittoria, e dalla crescente tendenza generale a rubare o truffare le pubbliche amministrazioni (spesso compiacenti).

Nel corso degli anni abbiamo assistito a tantissime iniziative per migliorare l’Italia da un punto di vista di vivibilità, e tutte stranamente sempre in concomitanza con elezioni politiche; molte opere pubbliche volte al miglioramento sia estetico che funzionale di alcune città, per le quali sono state stanziate cifre davvero importanti dalle pubbliche amministrazioni, sono rimaste incompiute o bloccate da un mare di cavilli legali che ricorda tanto l’aneddoto del cane che cerca di mordersi la coda.

Il ‘Progetto Mosè’ si trova ai primi posti di questa speciale classifica di ingegneria abbandonata che ha solo provocato enorme spreco di denaro e nessun beneficio; detto progetto prevedeva una schiera di paratìe mobili comandate da remoto che si trova all’entrata della laguna veneta e che fu progettata tempo fa per cercare di regolarizzare in parte il fenomeno dell’acqua alta a Venezia; tutto è ovviamente sfociato in una bolla di sapone, con l’aggravante di vari miliardi di euro spesi male per ottenere miglioramenti pari a zero.